Apicoltura Crisafulli

“Dai fiori alla tavola”

Le Api

La famiglia delle api
La società delle api vive sui favi dell'alveare dove ogni individuo ha un ruolo ben preciso.
La regina è una femmina fertile. Si distingue dalle operaie per il suo addome più lungo e voluminoso. E' sempre circondata dalle api nutrici ed il suo lavoro è quello di deporre le uova.
Il fuco è il maschio ed è senza pungiglione. Suo è il compito di fecondare la regina.
L'ape operaia è una femmina sterile. Essa provvede a tutte le necessità dell'alveare. Una famiglia nel pieno dello sviluppo ne può contare oltre quarantamila.
Le api si dedicano poi alla cura della regina, delle larve e al servizio di immagazzinamento delle provviste di miele e polline.
Nella costruzione dei favi le api utilizzano la cera secreta dalle ghiandole ceripare poste sotto l'addome.

La sciamatura
In primavera, nel momento di maggior sviluppo, le api allevano nelle celle reali le nuove regine.
Pochi giorni prima che queste sfarfallino la colonia si divide: la vecchia regina insieme alle api più anziane, dopo essersi rimpinzate di miele, sciamano lasciando l'alveare.
Le api dello sciame si fermano su di un grosso ramo attendendo che le esploratrici trovino un luogo adatto per fondare una nuova colonia.
Nell'alveare, intanto, dalle celle reali sfarfallano le nuove regine, ma sarà una sola a prendere possesso dell'alveare.
Alcuni giorni dopo la giovane regina uscirà per il volo nuziale dove sarà fecondata dai fuchi ed inizierà, poi, a deporre le uova.
La sciamatura è un fenomeno naturale grazie al quale si perpetra il mantenimento della specie, è logico quindi, che tutte le famiglie sono soggette a tale evento (anche se vi sono dei rimedi che vedremo in seguito.); esso si manifesta, solitamente, a cavallo della primavera, periodo in cui vi è il massimo raccolto (cosa che aiuterà sia il ceppo che lo sciame a riprendersi): la regina rallenta la deposizione, le celle di fuco sono pronte allo sfarfallamento, la popolazione dell'alveare è numerosissima (60 / 80 mila api), vengono costruite innumerevoli celle reali (vedi foto in alto).
Ci si trova davanti ad una vera e propria "febbre sciamatoria" che comportera' , alla schiusa della prima cella reale la dipartita della vecchia regina assieme ad un cospicuo numero di operaie adulte (in prevalenza bottinatrici); questo gruppetto (si fa per dire : 10 /20 mila api) uscira' in una bella giornata e nelle prime ore del mattino, si fermerà temporaneamente nei pressi dell'apiario, il piu' delle volte su un ramo o tronco poco alto (un paio di metri generalmente) il tempo di questa momentanea permanenza e' soggettivo e va da qualche ora ad anche un paio di giorni , in realta' lo sciame attende solo che le proprie esploratrici tornino con le informazioni per una nuova definitiva dimora .
In questo lasso di tempo piu' o meno lungo, l'apicoltore, puo' intervenire procedendo all'inarniamento: ci si armera' di sega, forbici, portasciame, affumicatore, spazzola, e quant'altro possa essere di ausilio a tale operazione; la caratteristica che si notera' subito, sara' l'estrema docilita' di tali api (cosa che rende tale lavoro anche piacevole, comunque le api sono rimpinzate di nettare e la loro arma: il pungiglione e quasi inoffensiva) in seguito si procedera' usando gli attrezzi utili alla raccolta delle api, che unite le une alle altre in una specie di glomere saranno facilmente manipolabili (ad es.scotendo il ramo dove risiedono dentro il portasciame esse vi cadranno quasi tutte ).
Una volta catturato lo sciame e inserito dentro il portasciame con i fogli cerei lo vi si potra' lasciare anche per una decina di giorni, dopo tale periodo bisognerà inarniarlo, anche perche' il suo sviluppo e' impressionante al punto che in qualche caso avra' coperto gia' l'80% dei telaini messegli a disposizione , ovviamente al travaso si controllera' la covata per essere sicuri del buon andamento della nuova famiglia.
I metodi per evitare la sciamatura sono innumerevoli il piu' sicuro e' la buona conduzione dell'apiario, facendo in modo che la famiglia si sviluppi armoniosamente, concedendo al tempo giusto i melari e, non meno importante, procedendo alla distruzione delle celle reali (cosa non semplice ma attuabile); gli altri metodi sono: sciamatura artificiale, salasso del ceppo, campero etc.